UN PESO E DUE MISURE

Felicita ha mantenuto sempre l’assoluta indipendenza e neutralità  rispetto alle parti politiche perché la difesa dei diritti degli anziani nelle Rsa, dei loro  parenti e del personale che li cura, rappresentati dalla nostra associazione, deve essere un compito che riguarda trasversalmente i partiti, i sindacati e le amministrazioni pubbliche di qualsiasi colore.

In questa campagna elettorale per la Presidenza della Regione Lombardia non intendiamo quindi schierarci a favore (o contro) nessuno dei  candidati in corsa. 
Non possiamo tuttavia ignorare che entrambe le parti mettono anche questa volta in campo le logiche di una politica lontana dal vissuto delle persone reali, dal sentire dei cittadini. Una politica che nasconde il nulla dietro le promesse.

Come è scontato, la giunta uscente difende la bontà del suo operato con una narrazione totalmente auto-asssolutoria delle proprie responsabilità durante la gestione della pandemia, ignorando i fatti e negando la verità dei morti (abbiamo tutti ascoltato le parole di Gallera da Formigli).

Da parte loro, le forze che ora chiedono il voto ai lombardi in nome di un progetto di riforma della sanità e di garanzia dei diritti dei più fragili, in questi anni criticavano la Regione ma si astenevano dal prendere posizione su quanto accadeva quando si trattava di non disturbare la  propria parte politica. 

Che si trattasse di non disturbare il governo Draghi quando introduceva lo scudo penale per tutti, anche per i manager delle Rsa, o del Ministro della Salute che in nome dell’emergenza non obbligava le Rsa a rispettare i decreti del governo, o della Giunta Sala  che  avrebbe dovuto esercitare il suo dovere di controllo  almeno nelle Rsa a partecipazione pubblica – nulla è stato detto o fatto, allora,  da coloro che oggi si presentano come il prossimo cambiamento. 

Troviamo ora a dir poco curioso leggere il nome di Fabrizio Pregliasco a capo della Lista Civica che sostiene il candidato del  Pd. Quel Pregliasco chiamato nel 2020 con il ruolo di risolutore della crisi di immagine del Pio Albergo Trivulzio, e al quale i parenti degli anziani morti hanno rivolto, durante un incontro chiesto da Felicita, molte domande sui fatti rimaste sempre senza risposta. 
Quello stesso  che abbiamo visto,  durante la presentazione dei risultati della Commissione  istituita per verificare la Gestione Emergenza Covid-19 presso il Pio Albergo Trivulzio, difendere l’operato della Regione, di  ATS Citta Metropolitana e della stessa struttura di cui era consulente in carica.

Nulla di nuovo sotto il sole, dunque. 
Ancora una volta, i tanti parenti di anziani morti o contagiati in una struttura che avrebbe dovuto proteggerli, i tanti operatori sanitari che sono stati testimoni di quanto avveniva durante quel tragico periodo, i tanti cittadini che a distanza di quasi tre anni hanno un familiare isolato e sacrificato in una Rsa, sanno di non potersi aspettare nulla da questa politica.

20.12.22 – Fanpage.it – Intervista al Presidente di Felicita, Alessandro Azzoni

https://www.fanpage.it/milano/perche-la-candidatura-di-pregliasco-alle-regionali-in-lombardia-e-un-autogol-per-majorino/

20.12.22 – Affaritaliani.it

https://www.affaritaliani.it/amp/milano/non-ci-fidiamo-di-majorino-l-associazione-vittime-trivulzio-attacca-831495.html

Pio Albergo Trivulzio – una Fortezza Blindata

Evidentemente per scoraggiare i dipendenti che volessero seguire l’esempio coraggioso di chi non intende tacere di fronte a quanto di scorretto e inadeguato possa  verificarsi all’interno della struttura, la direzione del Pat propone ora a tutto il personale (medici, infermieri, oss, tecnici, impiegati – che grazie al luogo stesso in cui lavorano e al servizio che esercitano devono essere responsabili verso gli utenti prima ancora che  fedeli ai superiori) di firmare un codice etico che proibisce a chiunque di raccontare all’esterno ciò che avviene dentro le mura. 

In particolare questa iniziativa pare rivolta a silenziare le fonti dirette di informazione, togliendo alla stampa  la possibilità di condurre inchieste su quella che dovrebbe essere un’amministrazione massimamente trasparente in quanto deputata a proteggere persone fragili.

Ignorando il fatto di essere un’istituzione controllata da enti pubblici (Regione e Comune) il Pat chiede inoltre al fantomatico Comitato Parenti – l’unico organismo di rappresentanza, unilateralmente riconosciuto dalla Direzione e dal quale noi, come altre associazioni, siamo sempre stati esclusi – di firmare un documento che vincola alla riservatezza.

Nessun margine ai casi di coscienza, dunque, né per il personale né per i familiari degli anziani.

La lezione imparata dal Covid non è quindi quella di una maggior apertura e collaborazione tra i soggetti coinvolti nella delicata e complessa gestione di vite umane nelle RSA ma la chiusura totale della fortezza.

Comune di Milano e Regione Lombardia non hanno nulla da dire?

Il Giorno – Milano 3.12.22:

https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/trivulzio-un-bavaglio-ai-dipendenti-1.8346841

Il Fatto Quotodiano – 3.12.22

5.12.22 – Byoblu

Un servizio approfondito che evidenzia le politiche di controllo dei vertici del Pat su dipendenti e parenti. Nel servizio si chiama in causa anche Regione e Comune di Milano, che quei vertici hanno nominato e ai quali i vertici devono rispondere.

5.12.22Radio Popolare – Intervista a Pietro La Grassa – dipendente Pat.