Secondo il sindacato la rinascita della città parte da un centro servizi aperto a tutti, invece che creare una scatola vuota pubblica
Rovigo – Duro giudizio di Cisl sulla linea seguita dalla Regione del Veneto di privatizzare Iras Rovigo dopo un lungo commissariamento regionale di ben 8 anni che non è riuscito a salvare le sorti della più grande casa di riposo della provincia di Rovigo.
“Il tempo scorre e si avvicina sempre più il fatidico 31 luglio, ultima data per la presentazione delle “manifestazioni di interesse” per poter partecipare alla gara di gestione dei prossimi 14 anni per tutti i servizi di Iras Rovigo.
Da un lato nelle linee del futuro affidamento si parla di una concessione di tutte le attività ad una società esterna per un periodo medio lungo che non trova paragoni nel territorio, in secondo luogo perchè la decantata “identità pubblica” di Iras sarebbe sulla carta, in quanto, forse rimarrebbe un solo dipendente in carico alla Ipab solo per attività di monitoraggio e rapporto con l’organo politico (il Comune di Rovigo) che dovrebbe nominare altresì un nuovo Consiglio di amministrazione.
Scatole cinesi vuote, dove l’unica certezza, se la gara vedesse dei competitor del settore interessati e l’affidamento andasse a buon fine potremmo tranquillamente annoverare l’Iras come nuova struttura a totale gestione privata” dichiarano dalla Cisl.
“Siamo convinti, evidenzia senza mezzi termini Samuel Scavazzin, segretario generale confederale della Cisl Padova Rovigo – che l’obiettivo di salvare l’ente pubblico debba prevalere su ben 8 anni di oblio, carichi di false illusioni, cambi di progetti in corsa e soprattuto sempre ridimensionati di volta in volta portando come unica soluzione al vicolo cieco della privatizzazione.
In una società che invecchia, dove i nuclei familiari sono sempre più ridotti in termini di compoenti e soprattutto a seguito di un carovita che costringe molte persone anziane a ridurre le spese giornaliere, crediamo come Cisl che non si possa prescindere da invertire completamente la rotta e chiedere a gran voce all’attuale nuova amministrazione comunale di aprire un nuovo e importante tavolo di analisi perchè lo scenario Iras diventi un giardino fiorito ricco di servizi e non una triste realtà prosciugata dei suoi valori più profondi”.
I numeri parlano chiaro, in questi anni fra consulenze e le battaglie legali fra Regione e Comune si sono spesi decine di migliaia di euro, soldi, che probabilmente avrebbero fatto comodo all’Ente per dare dignità e sostegno alle stesse lavoratrici ed ai lavoratori di Iras.
“Si tratta come obiettivo, di portare a termine la gara – sottolinea Franco Maisto della Cisl Funzione Pubblica che continua – non si parla abbastanza del fatto che le oltre 150 persone addette a vario titolo, avanzano ancora arretrati stipendiali di due anni fa e quote di produttività. Accanto al sensibile problema remunerativo che comuque i dipendenti portano avanti con dignità, non dobbiamo dimenticare che, a fronte di una gestione privatistica i nuovi assunti post affidamento privato avranno un contratto di lavoro sicuramente più povero a pari lavoro.
Crediamo fortemente in una decisa presa di posizione volta a cambiare idea: la Città di Rovigo non può permettersi di perdere la prima grande opportunità di rinascita, proprio dal settore ad oggi più colpito dalla crisi economica, famiglie ed anziani”.
La necessità di un punto di partenza diverso è per la Cisl guardare a Iras come polo di servizi integrati, dove c’è la Rsa per anziani, ma non come unico servizio di assistenza, perchè ad oggi avere un centro diurno per famiglie e anziani in difficoltà rappresenterebbe, come già accade in altre città una salvaguardia per i tanti, anche a Rovigo che necessitano di un pasto caldo o di attività di animazione giornaliera.
“Investire nel pubblico con la ripresa di Iras, Casa Serena e magari una ristrutturazione ragionata, sono pilastri sui quali noi vogliamo scommettere e portare all’attenzione dell’amministrazione – sottolineano Scavazzin e Maisto – portare opere di svecchiamento della struttura con bandi a favore di Iras e non di estrernalizzazione dei servizi.
La Città di Rovigo non può più vedere chiudere o ridimesionare i propri stabili, men che meno se si tratta di un istituto storico con secoli di storia che domani, ancora più di ieri è necessario che resti nelle mani pubbliche e, dopo attenta opera di investimenti possa offrire quei servizi che un territorio come questo richiede”.
L’obiettivo è quello di far capire che non si può declinare in un cassetto la storia, ma questa e i suoi valori vanno riportati a nuova luce, il bene della Città, degli ospiti e delle lavoratrici va salvaguardato” concludono Scavazzin e Maisto per la Cisl.
https://www.rovigo.news/ipotesi-cisl-per-iras-non-solo-rsa-ma-centro-diurno-e-servizi/