Rovigo – Ipotesi Cisl per Iras: non solo Rsa, ma centro diurno e servizi

Secondo il sindacato la rinascita della città parte da un centro servizi aperto a tutti, invece che creare una scatola vuota pubblica

Rovigo – Duro giudizio di Cisl sulla linea seguita dalla Regione del Veneto di privatizzare Iras Rovigo dopo un lungo commissariamento regionale di ben 8 anni che non è riuscito a salvare le sorti della più grande casa di riposo della provincia di Rovigo.

“Il tempo scorre e si avvicina sempre più il fatidico 31 luglio, ultima data per la presentazione delle “manifestazioni di interesse” per poter partecipare alla gara di gestione dei prossimi 14 anni per tutti i servizi di Iras Rovigo.

Da un lato nelle linee del futuro affidamento si parla di una concessione di tutte le attività ad una società esterna per un periodo medio lungo che non trova paragoni nel territorio, in secondo luogo perchè la decantata “identità pubblica” di Iras sarebbe sulla carta, in quanto, forse rimarrebbe un solo dipendente in carico alla Ipab solo per attività di monitoraggio e rapporto con l’organo politico (il Comune di Rovigo) che dovrebbe nominare altresì un nuovo Consiglio di amministrazione.

Scatole cinesi vuote, dove l’unica certezza, se la gara vedesse dei competitor del settore interessati e l’affidamento andasse a buon fine potremmo tranquillamente annoverare l’Iras come nuova struttura a totale gestione privata” dichiarano dalla Cisl.

“Siamo convinti, evidenzia senza mezzi termini Samuel Scavazzin, segretario generale confederale della Cisl Padova Rovigo – che l’obiettivo di salvare l’ente pubblico debba prevalere su ben 8 anni di oblio, carichi di false illusioni, cambi di progetti in corsa e soprattuto sempre ridimensionati di volta in volta portando come unica soluzione al vicolo cieco della privatizzazione.

In una società che invecchia, dove i nuclei familiari sono sempre più ridotti in termini di compoenti e soprattutto a seguito di un carovita che costringe molte persone anziane a ridurre le spese giornaliere, crediamo come Cisl che non si possa prescindere da invertire completamente la rotta e chiedere a gran voce all’attuale nuova amministrazione comunale di aprire un nuovo e importante tavolo di analisi perchè lo scenario Iras diventi un giardino fiorito ricco di servizi e non una triste realtà prosciugata dei suoi valori più profondi”.

I numeri parlano chiaro, in questi anni fra consulenze e le battaglie legali fra Regione e Comune si sono spesi decine di migliaia di euro, soldi, che probabilmente avrebbero fatto comodo all’Ente per dare dignità e sostegno alle stesse lavoratrici ed ai lavoratori di Iras.

“Si tratta come obiettivo, di portare a termine la gara – sottolinea Franco Maisto della Cisl Funzione Pubblica che continua – non si parla abbastanza del fatto che le oltre 150 persone addette a vario titolo, avanzano ancora arretrati stipendiali di due anni fa e quote di produttività. Accanto al sensibile problema remunerativo che comuque i dipendenti portano avanti con dignità, non dobbiamo dimenticare che, a fronte di una gestione privatistica i nuovi assunti post affidamento privato avranno un contratto di lavoro sicuramente più povero a pari lavoro.

Crediamo fortemente in una decisa presa di posizione volta a cambiare idea: la Città di Rovigo non può permettersi di perdere la prima grande opportunità di rinascita, proprio dal settore ad oggi più colpito dalla crisi economica, famiglie ed anziani”.

La necessità di un punto di partenza diverso è per la Cisl guardare a Iras come polo di servizi integrati, dove c’è la Rsa per anziani, ma non come unico servizio di assistenza, perchè ad oggi avere un centro diurno per famiglie e anziani in difficoltà rappresenterebbe, come già accade in altre città una salvaguardia per i tanti, anche a Rovigo che necessitano di un pasto caldo o di attività di animazione giornaliera.

“Investire nel pubblico con la ripresa di Iras, Casa Serena e magari una ristrutturazione ragionata, sono pilastri sui quali noi vogliamo scommettere e portare all’attenzione dell’amministrazione – sottolineano Scavazzin e Maisto – portare opere di svecchiamento della struttura con bandi a favore di Iras e non di estrernalizzazione dei servizi.

La Città di Rovigo non può più vedere chiudere o ridimesionare i propri stabili, men che meno se si tratta di un istituto storico con secoli di storia che domani, ancora più di ieri è necessario che resti nelle mani pubbliche e, dopo attenta opera di investimenti possa offrire quei servizi che un territorio come questo richiede”.

L’obiettivo è quello di far capire che non si può declinare in un cassetto la storia, ma questa e i suoi valori vanno riportati a nuova luce, il bene della Città, degli ospiti e delle lavoratrici va salvaguardato” concludono Scavazzin e Maisto per la Cisl.

https://www.rovigo.news/ipotesi-cisl-per-iras-non-solo-rsa-ma-centro-diurno-e-servizi/

FVG – Retta Rsa, il contributo regionale salirà a 23,5 euro

Rette Rsa in Friuli Venezia Giulia, aumenta di 2 euro al giorno il contributo regionale per l’abbattimento della retta

Lo ha annunciato l’assessore regionale alle finanze Barbara Zilli.

Il contributo per l’abbattimento delle rette sale quindi a 23,5 euro, rispetto agli attuali 21,5 euro, con un investimento di 2,4 milioni all’anno.

La misura fa parte del pacchetto di emendamenti al ddl 23 di assestamenti al bilancio 2024-26 approvati dalla giunta regionale nella seduta del 16 luglio. Il disegno di legge dovrà poi essere approvato dal consiglio regionale perché l’aumento del contributo regionale entri in vigore.

Tra gli emendamenti, ha aggiunto Zilli, anche uno che prevede 100 posti letto convenzionabili in più (cioè con contributo regionale) nelle case di riposo.

L’aumento del contributo per l’abbattimento delle rette Rsa, a beneficio delle famiglie delle persone non autosufficienti, si inserisce in quadro più ampio di riqualificazione del sistema della residenzialità in Friuli Venezia Giulia che riguarda non solo l’abbattimento della quota residenziale ma anche l’inserimento della figura retribuita del direttore sanitario, la conclusione del percorso di accreditamento e, in prospettiva, il nuovo perimetro delle autorizzazioni e dei convenzionamenti e quindi il nuovo sistema di finanziamento.
In tutto questo percorso, ampia è stata la collaborazione di Uneba Friuli Venezia Giulia, come associazione di riferimento, con l’assessorato alla salute, politiche sociali e disabilità dell’assessore Riccardo Riccardi.

https://www.uneba.org/friuli-venezia-giulia-rette-rsa/

Pio Albergo Trivulzio: audizione del Commissario Tronca

Al via l’operazione di rivalutazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare del PAT attraverso un fondo di Invimit

Abbattere il debito del Pio Albergo Trivulzio e riaprire tutti i reparti di assistenza socio sanitaria dell’istituto. È questo l’obiettivo del conferimento del patrimonio immobiliare del PAT a un fondo di Invimit, società con capitale interamente detenuto dal Ministero di Economia e Finanza, che opererà sulla base di un piano quinquennale.

Lo ha spiegato oggi in un’audizione congiunta della Commissione Sanità e della Commissione Sostenibilità Sociale il Commissario del Pio Albergo Trivulzio, prefetto Francesco Tronca. Un confronto richiesto, dopo quello dello scorso 23 aprile, dai Consiglieri regionali del PD Pierfrancesco Majorino e Carmela Rozza.

Il Pio Albergo Trivulzio è commissariato dal 7 agosto 2023 a causa del forte indebitamento che aveva portato alla chiusura di diversi reparti strategici. Il Commissario Tronca, nel corso dell’audizione, ha definito il quadro all’interno del quale si sta muovendo la gestione commissariale del PAT: le unità del patrimonio immobiliare del Pio Albergo Trivulzio e degli istituti milanesi Martinitt e Stelline sono 1.248, alcune in zone di pregio di Milano che risalgono addirittura ai primi del Novecento del secolo scorso. Poco meno del 30% di questi (341) è sfitto, mentre 907 sono locati. Inoltre, rientrano nel patrimonio dell’istituto anche 70 aree agricole (48 affittate e 20 libere). I dipendenti del PAT sono 1.200.

L’indebitamento del PAT è oggi di 26 milioni di euro a fronte di una esposizione debitoria di 110 milioni nell’agosto del 2023, una situazione estremamente drammatica che rischiava di portare al fallimento e alla chiusura dell’istituto.

L’operazione di rivalutazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare del PAT da parte di Invimit consentirà, secondo l’ipotesi del Commissario Tronca, di rientrare dai debiti residui e riattivare tutti i servizi sociosanitari dell’istituto, mentre il pareggio di bilancio si dovrà ottenere attraverso la produzione.

Tronca ha illustrato i progetti di sviluppo dell’ente, che, pur rispettando la sua prima finalità e cioè quella assistenziale e sociale, si sta ponendo gli obiettivi di riaprire tutti i reparti oltre che di guardare a traguardi innovativi attraverso la collaborazione con università e centri di ricerca.

Sono già stati riaperti tre reparti di riabilitazione specialistica per 75 posti letto. A questi se ne sono aggiunti, da pochi giorni, altri 33 in due nuovi reparti.

I posti in RSA ordinaria sono 425: 100 occupati da utenti residenti a Milano, 243 da pazienti residenti fuori dal capoluogo lombardo e 82 non occupati perché in fase di ristrutturazione. Sono, invece, 125 i posti letto dedicati alla RSA Alzheimer.

È stato riaperto il reparto di riabilitazione semiresidenziale (chiuso da marzo 2020), sono stati riorganizzati due reparti di cure intermedie e nei prossimi mesi saranno portati da 3 a 26 i posti del day hospital di riabilitazione.

Sulla questione degli sfratti il Commissario Tronca ha affermato che in questo momento non è in atto nessuna procedura di esecutività. Le singole situazioni saranno valutate dopo l’estate, con particolare attenzione per i soggetti fragili che rappresentano il 15% del totale degli inquilini. Inoltre, il Commissario ha dichiarato che per gli sfratti vengono prese in considerazione solo le situazioni di “evidente ed enorme morosità”.

Nel corso del dibattito sono intervenuti numerosi Consiglieri regionali.

Marco Bestetti (Fratelli d’Italia) ha sottolineato che “la gestione degli oltre 1.200 alloggi del PAT deve essere ordinata e superare gli attuali rendimenti del 2%, troppo bassi e lontani dai valori di mercato. Pertanto, si proceda lungo la via indicata dal Commissario Tronca, affinché si valorizzino adeguatamente agli immobili del PAT per finanziare l’attività primaria dell’ente in termini di erogazione dei servizi sanitari e socio-assistenziali, anche tramite la riapertura di nuovi reparti, pur tutelando in modo puntuale i soggetti fragili e gli inquilini in difficoltà”.

Paola Bulbarelli (Fratelli d’Italia) ha approvato il lavoro positivo portato avanti dal Commissario Tronca e lo ha esortato “a proseguire con forza e determinazione sul percorso avviato”.

Nicola Di Marco (Movimento 5 Stelle) ha sottolineato che “conferire gli immobili del Pio Albergo Trivulzio a Invimit significa portare i gioielli di famiglia al banco dei pegni. È un’operazione che comporterà la dispersione del patrimonio immobiliare del PAT”.

Giulio Gallera (Forza Italia) ha definito “corretta” la decisione di affidare a Invimit la gestione del patrimonio immobiliare del PAT che “non deve fare l’Aler. Da Statuto lo scopo del Pio Albergo Trivulzio è curare gli anziani e ricoverare i bambini, non quello di dare la casa a fragili e indigenti”.

Pierfrancesco Majorino (PD) ha sollevato dubbi sulla trasparenza del percorso di rivalutazione del patrimonio immobiliare del PAT attraverso Invimit: “Non esiste un piano di gestione immobiliare e socio assistenziale chiaro. Anche nell’audizione di oggi, dopo quella dello scorso aprile, è emerso un quadro opaco. In questa fase è prioritario aprire un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali e un’analisi complessiva dei redditi delle famiglie che occupano il patrimonio immobiliare del PAT”.

Paolo Romano (PD) ha insistito sull’importanza di un “confronto continuo e costante con i sindacati degli inquilini e con una mappatura anagrafica dei redditi per garantire l’uso sociale degli alloggi”.

Carmela Rozza (PD) ha puntato l’attenzione sull’urgenza di “stabilire criteri oggettivi per definire le tutele. Non si può procedere caso per caso. Il percorso di valorizzazione del patrimonio immobiliare dell’istituto è necessario, ma il PAT deve mantenere la sua vocazione sociale e pubblica per tutelare gli anziani e i più fragili che non hanno le possibilità di accedere al libero mercato immobiliare.”.

https://www.lombardiaquotidiano.com/post/pio-albergo-trivulzio-audizione-del-commissario-tronca/

Lanciano – Maltrattamenti e furti in rsa, tre indagati

Episodi di sopraffazione in danno degli ospiti della residenza sanitaria assistita. 22 le parti offese. Scovati anche 5 lavoratori in nero

17/07/2024

Maltrattamenti e furti in una rsa di Lanciano, tre indagati
Guardia di finanza
Maltrattamenti in una Rsa di Lanciano

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Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Chieti, nell’ambito di due distinte attività d’indagine, sta notificando gli avvisi di conclusione delle indagini a 3 soggetti, imputati per "maltrattamenti e indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento diversi dai contanti", e 22 parti offese. Le indagini, condotte dai militari della Compagnia di Lanciano – coordinati dal capitano Domenico Siravo – delegate dalla Procura della Repubblica frentana, sono partite da un controllo finalizzato al contrasto del lavoro sommerso in una RSA locale che ha evidenziato, all’atto dell’accesso, un difetto di assunzione per cinque lavoratori, i quali erano impiegati totalmente in "nero". Gli accertamenti condotti hanno consentito, ai finanzieri, di ricostruire plurimi episodi di sopraffazione in danno degli ospiti della residenza sanitaria assistenziale posti in essere dall’appaltatore dell’azienda.

https://www.rainews.it/tgr/abruzzo/articoli/2024/07/maltrattamenti-e-furti-in-una-rsa-di-lanciano-tre-indagati-d77f400b-bf8c-43f6-8431-b6a0f360a3b4.html

Arezzo – Non aveva le autorizzazioni, chiusa Rsa

La struttura ospitava 24 anziani, alcuni non sarebbero autosufficienti. L’ordinanza del Comune dopo il blitz dei Nas. Gli atti trasmessi alla Procura di Arezzo

16/07/2024
Maria Adele De Francisci

Non aveva le autorizzazioni, chiusa Rsa
24 persone tutte anziane che dovranno trovare una nuova collocazione, sedici di loro sarebbero non autosufficienti. Vivevano in quello che formalmente era un agriturismo ma di fatto risultava essere una struttura per anziani. A Monte San Savino in provincia di Arezzo il Comune ha emesso un’ordinanza: dispone la chiusura immediata dell’attività socio assistenziale e di rsa esercitata dalla struttura la fattoria al monte che, come si legge nell’atto amministrativo, veniva esercitata in assenza di autorizzazione come previsto dalla legge regionale. Un provvedimento che arriva dopo un blitz dei carabinieri dei Nas di Firenze insieme alla Asl. ora la struttura ha dieci giorni di tempo per sgomberare tutto e cessare le attività, la vicenda passa alla procura di Arezzo che acquisirà tutta la documentazione per approfondire il caso.

https://www.rainews.it/tgr/toscana/articoli/2024/07/non-aveva-le-autorizzazioni-chiusa-rsa-c600b72e-8c8e-46ae-a8d8-9a43a2493cc8.html

Arcore: il Tar dice sì alla Rsa, respinti i ricorsi della Casati

Il Tar della Lombardia ha respinto su tutta la linea i ricorsi presentati contro la costruenda Rsa.

Il progetto della nuova Rsa in zona PalaUnimec ad Arcore Il progetto della nuova Rsa in zona PalaUnimec ad Arcore

Il Tar della Lombardia ha respinto su tutta la linea i ricorsi presentati dalla Casati Arcore contro la costruenda Rsa nel pratone di fronte al Palaunimec. La sentenza è arrivata nella serata di lunedì 15 luglio.

Arcore: il Tar dice sì alla Rsa, l’appello alla mediazione

Per la dirigenza della società sportiva è arrivato dunque il momento di sedersi a quel tavolo di confronto che vuole convocare il sindaco di Arcore, Maurizio Bono. Per il primo cittadino arcorese, fatto salvo il fatto che la Casati Arcore potrebbe ancora ricorrere al Consiglio di Stato contro il verdetto del Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia, è venuto il momento di trovare un accordo fra le due parti in causa.

Arcore: il Tar dice sì alla Rsa, la proprietaria dell’area

Cesare Lorini, amministratore delegato della “Borgo Lecco Iniziative SpA”, proprietaria dell’area, qualche tempo fa aveva rilasciato al Cittadino una dichiarazione di fiduciosa attesa: «Finché non abbiamo la sentenza preferisco non esprimermi. Una cosa è certa, siamo fiduciosi, ci mancherebbe altro, c’è un progetto lì pronto a partire. Quindi attendiamo fiduciosi, non possiamo fare altrimenti».

Il futuro gestore, la Società Codes, un colosso nella gestione delle Rsa, avendo verificato durante la pandemia che le esigenze di queste case di riposo erano mutate aveva richiesto di apportare modifiche al progetto iniziale, elevando il numero dei posti letto da 120 (40 posti letto dedicati ai malati di Alzheimer e 80 per altre patologie) a 160 per avere una zona particolarmente dedicata alle malattie trasmissibili.

Questa modifica aveva irritato ulteriormente i vertici del Palaunimec ma «noi – aveva replicato lo stesso Lorini – come imprenditori arcoresi di una realtà immobiliare di dimensioni importanti, abbiamo il dovere di dare un servizio completo e attuale, come richiesto e atteso dai cittadini».

Arcore: il Tar dice sì alla Rsa, il progetto della struttura e gli oneri di urbanizzazione

La struttura si prevede possa portare posti di lavoro diretti e indotti superando le 150 unità tra medici, paramedici e personale generico per tutti i servizi annessi.

Le opere di urbanizzazione che verranno realizzate equivalgono a circa 550mila euro e sono così suddivise: parcheggio interrato da 63 posti per dipendenti e visitatori più altri 20 posti auto all’ingresso. Inoltre verrà sistemato il parcheggio che si trova lungo via Edison, dinanzi alle scuole Dorotee, verrà realizzata la pista ciclopedonale su via Sant’Apollinare e verrà sistemato il parcheggio di via Matteotti. Infine sarà realizzata anche la pista ciclopedonale da via Sant’Apollinare a via Volta e, in totale, ci sarà un aumento dei posti auto pubblici sul quartiere pari a 35, senza contare gli 83 stalli di sosta riservati alla sola casa di riposo.

https://www.ilcittadinomb.it/news/cronaca/arcore-il-tar-dice-si-alla-rsa-respinti-i-ricorsi-della-casati/

Rapallo – Maltrattamenti “con finalità riedutative”: indagata infermiera di una Rsa

Un’infermiera 59enne di nazionalità polacca è finita nel registro degli indagati con l’accusa di maltrattamenti nei confronti di alcuni anziani ospiti della residenza protetta Villa Tasso di Rapallo (Genova), dove lavorava dallo scorso mese di novembre. Gli abusi, fisici e psicologici, avevano a suo dire “finalità rieducative”.

Le indagini sono partite dopo la denuncia-querela ai carabinieri da parte di un collega dell’infermiera. Dall’attività investigativa sono emersi maltrattamenti sotto forma di minacce e punizioni. I carabinieri di Santa Margherita hanno raccolto anche le dichiarazioni di altri dipendenti della struttura, un esposto formulato da alcuni parenti delle vittime e un video in cui è stato ripreso un episodio di violenza a carico di un’anziana con difficoltà motorie.

https://nursetimes.org/maltrattamenti-con-finalita-riedutative-indagata-infermiera-di-una-rsa-a-rapallo-genova/178839/amp

Chiusura case di riposo ed RSA, Cisl: ‘Assenza di una politica su sanità e assistenza territoriale’

"Costituire un tavolo di confronto istituzionale competente. È un impegno di civiltà, di maturità istituzionale" la nota dei Pensionati Cisl

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14 Luglio 2024 17:11Comunicato

Quello che segue è il comunicato stampa a firma di Arcangelo Carbone, Segretario Generale Pensionati Cisl, e Romolo Piscioneri Segretario Generale Cisl.

“Il continuo taglio alla sanità territoriale comporta per gli anziani fragili enormi difficoltà, da gestire in un ambito ristretto di possibilità di scelta rispetto la presenza delle poche case di riposo, costrette a chiudere per la mancanza di risorse o le RSA, alle prese con il giusto mantenimento del livello di qualità del servizio. Siamo in assenza di un’equilibrata politica sulla sanità e assistenza territoriale, lontana dalle vere esigenze delle famiglie costrette a sopportare grandi disagi per mancanza di scelte oculate e condivise con chi le difficoltà li vive ogni giorno”.

Prosegue la nota:

“È ciò che accade alla casa di riposo Don Orione di Reggio Calabria, gestita dall’opera Antoniana delle Calabrie, che annuncia la chiusura entro la fine del 2024, proprio per la mancanza di risorse e la lentezza accumulatasi durante l’iter di accreditamento al sistema sanitario pubblico come Rsa. Le lungaggini delle procedure previste, senza successo, dopo circa tre anni dell’avvio, hanno portato alla rinuncia e il ritiro della richiesta, con la conseguente decisione di chiusura dettata dall’emergenza finanziaria imperante. Si giunge così alla mortificazione delle ventiquattro persone anziane con enormi disagi, costrette a trovarsi una ricollocazione, alle difficoltà per le famiglie gettate nello sgomento e alla tribolazione per i diciannove dipendenti che perdono il posto di lavoro”.

“Di fronte a simili emergenze non possiamo che invocare la costituzione di un tavolo di confronto istituzionale competente, da impegnare verso un approfondimento specifico, con l’intento di elaborare delle proposte risolutive e i passi necessari per giungere in tempi ravvicinati al superamento del pericolo chiusura, di questa struttura, che offre servizi degni di considerazione da oltre quarant’anni. È un impegno di civiltà, di maturità istituzionale, di consapevolezza che il disagio, questa forma di disagio, non può mai essere sottovalutato, visti gli effetti immediati e negativi sia per la persona anziana sia per la famiglia e la comunità. Serve assunzione di responsabilità e atti concreti volti alla risoluzione di queste enormi difficoltà”.
https://www.citynow.it/chiusura-case-di-riposo-ed-rsa-nota-stampa-cisl/

Cobas Lavoro Privato: «Bisogna tutelare i lavoratori delle Rsa di Lecce»

Cobas Lavoro Privato: «Bisogna tutelare i lavoratori delle Rsa di Lecce»

Infermieri e ausiliari delle cooperative rischiano il posto. Così i Cobas Lavoro Privato Lecce in un messaggio diretto al presidente della Regione Emiliano.

DOMENICA 14 LUGLIO 2024, 15:27

Futuro lavorativo incerto per infermieri e ausiliari delle cooperative in servizio nelle Rsa di Lecce. È l’allarme lanciato del Cobas Lavoro Privato Lecce e diretto al presidente della Regione Michele Emiliano.

Il sindacato infatti torna a chiedere in autotutela la revoca del bando per l’assunzione di 47 Operatori socio sanitari delle cooperative in servizio nelle strutture di assistenza. «Pensavamo che la problematica sul futuro lavorativo di questo personale fosse legata solo alla salvaguardia dei livelli occupazionali – afferma per il Cobas Giuseppe Mancarella – ma dal 21 settembre scorso il bando di concorso per 47 Oss ha creato un’ulteriore preoccupazione. Con la loro assunzione tramite bando – prosegue – si avrà come conseguenza un esubero di personale. Pertanto, chiediamo alla Regione Puglia di ricorrere agli stessi strumenti giuridici utilizzati per il percorso di internalizzazione in Sanitàservice Lecce del personale del Trasporto secondario oncologico e dializzato oltre all’internalizzazione del Seus 118 delle società e del Seus 118 delle associazioni, quindi, mutatis mutandis, anche per il personale delle cooperative che svolgono servizi presso le Rsa dell’Ispe di Lecce».

I lavoratori delle cooperative hanno fatto ricorso al Tar contro il bando per l’annullamento della determinazione n. 11, con la quale è stata indetta una procedura di selezione pubblica, per soli esami, per l’assunzione di 47 unità di personale, che però non tiene conto delle norme inderogabili di assumere personale dall’esterno. «Appare davvero assurdo che l’Ente, dopo aver utilizzato per circa 20 anni il personale tra cui rientrano i ricorrenti – insiste Mancarella – all’improvviso decida di internalizzare i servizi svolti dal personale medesimo, senza alcuna considerazione della posizione giuridica degli stessi lavoratori e ancora meno dell’esperienza acquisita all’interno e a favore della stessa azienda. Il Cobas – conclude – continuerà a sostenere in ogni sede e con ogni mezzo tutti i lavoratori in servizio presso le diverse cooperative che svolgono i servizi nelle Rsa dal momento che con il bando per l’assunzione di 47 Oss e con quello per 18 infermieri viene minato il futuro lavorativo di questo personale». [gg]

https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/lecce/1521466/cobas-lavoro-privato-bisogna-tutelare-i-lavoratori-delle-rsa-di-lecce.html

Le parole della signora Elisabetta e dei Comitato Familiari Don Orione a ReggioTv

La chiusura della Casa di Riposo Don Orione, annunciata dall’Opera Antoniana delle Calabrie, Ente di cui la casa di riposo fa parte, ha inevitabilmente sconvolto la vita di lavoratori e famiglie dei 24 ospiti attualmente accolti dalla struttura che dovranno essere ricollocati.

A testimoniare il proprio legame con la casa, la signora Elisabetta che ai microfoni di ReggioTv ha mostrato il grande dispiacere “Qua mi trovo bene, ho 97 anni e dove vado? Da qui non mi muovo fino a quando il Signore non deciderà di chiamarmi con se”.

Nel tentativo estremo di salvare la Casa, è stato istituito il Comitato Familiari Don Orione “Abbiamo fatto una proposta a costo zero -sono le parole di Daniela Campolo– entro il 31 dicembre (data della chiusura), tenteremo un tavolo di confronto con l’Amministrazione Pubblica ed Enti preposti che, secondo i dirigenti dell’Opera, hanno una grande responsabilità in merito. Siamo molto arrabbiati ma vogliamo andare avanti per costruire e non per distruggere. Le mancanze gravissime, con l’impegno di tutti, potrebbero essere risanare così potremmo chiudere la vertenza con un applauso per tutti”.

Come si fa ad anteporre il fattore economico a cospetto di una realtà che sta per cessare -continua Antonella Abramo- un gesto che non mi sarei mai aspettata dalla Chiesa. E le istituzioni? Non c’è stato un cenno né una parola”.

Qui c’è gente anziana -conclude in lacrime la signora Elisabetta- non buttateci nella spazzatura, aiutateci”.

https://www.reggiotv.it/notizie/cronaca/105371/chiusura-della-casa-di-riposo-don-orione-lappello-degli-anziani-a-reggiotv-non-buttateci-nella-spazzatura