SANITA’ PRIVATA AL SICURO IN REGIONE

Dopo tutto quello che è successo in Lombardia durante il Covid, speravamo che le elezioni regionali potessero rappresentare un’importante occasione per cambiare il modello di gestione degli anziani nelle RSA, e difendere i loro diritti. Invece continuiamo ad assistere purtroppo a candidature al Consiglio regionale che vanno nella direzione opposta.

Come la candidatura nella lista civica Fontana dell’avv. Luca Degani, che, in quanto presidente di Uneba Lombardia,  rappresenta gli interessi privati dei gestori delle Rsa, spesso in conflitto di interesse  con la difesa dei diritti degli anziani, dei loro familiari e del personale.        

In modo speculare a quanto avvenuto sul fronte opposto    con la candidatura, a capo della Lista Civica che sostiene Pierfrancesco Majorino, di Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario di una delle maggiori strutture private lombarde quale è il Galeazzi, questa campagna elettorale     conferma che dietro i diversi slogan si nasconde la stessa logica di difesa     degli interessi delle potenti lobby sanitarie private. Garantite comunque     dalla loro rappresentanza in Regione, chiunque delle parti vinca

Il Fatto Quotidiano 14.01.2023 – Intervista al Presidente di Felicita, Alessandro Azzoni

UN PESO E DUE MISURE

Felicita ha mantenuto sempre l’assoluta indipendenza e neutralità  rispetto alle parti politiche perché la difesa dei diritti degli anziani nelle Rsa, dei loro  parenti e del personale che li cura, rappresentati dalla nostra associazione, deve essere un compito che riguarda trasversalmente i partiti, i sindacati e le amministrazioni pubbliche di qualsiasi colore.

In questa campagna elettorale per la Presidenza della Regione Lombardia non intendiamo quindi schierarci a favore (o contro) nessuno dei  candidati in corsa. 
Non possiamo tuttavia ignorare che entrambe le parti mettono anche questa volta in campo le logiche di una politica lontana dal vissuto delle persone reali, dal sentire dei cittadini. Una politica che nasconde il nulla dietro le promesse.

Come è scontato, la giunta uscente difende la bontà del suo operato con una narrazione totalmente auto-asssolutoria delle proprie responsabilità durante la gestione della pandemia, ignorando i fatti e negando la verità dei morti (abbiamo tutti ascoltato le parole di Gallera da Formigli).

Da parte loro, le forze che ora chiedono il voto ai lombardi in nome di un progetto di riforma della sanità e di garanzia dei diritti dei più fragili, in questi anni criticavano la Regione ma si astenevano dal prendere posizione su quanto accadeva quando si trattava di non disturbare la  propria parte politica. 

Che si trattasse di non disturbare il governo Draghi quando introduceva lo scudo penale per tutti, anche per i manager delle Rsa, o del Ministro della Salute che in nome dell’emergenza non obbligava le Rsa a rispettare i decreti del governo, o della Giunta Sala  che  avrebbe dovuto esercitare il suo dovere di controllo  almeno nelle Rsa a partecipazione pubblica – nulla è stato detto o fatto, allora,  da coloro che oggi si presentano come il prossimo cambiamento. 

Troviamo ora a dir poco curioso leggere il nome di Fabrizio Pregliasco a capo della Lista Civica che sostiene il candidato del  Pd. Quel Pregliasco chiamato nel 2020 con il ruolo di risolutore della crisi di immagine del Pio Albergo Trivulzio, e al quale i parenti degli anziani morti hanno rivolto, durante un incontro chiesto da Felicita, molte domande sui fatti rimaste sempre senza risposta. 
Quello stesso  che abbiamo visto,  durante la presentazione dei risultati della Commissione  istituita per verificare la Gestione Emergenza Covid-19 presso il Pio Albergo Trivulzio, difendere l’operato della Regione, di  ATS Citta Metropolitana e della stessa struttura di cui era consulente in carica.

Nulla di nuovo sotto il sole, dunque. 
Ancora una volta, i tanti parenti di anziani morti o contagiati in una struttura che avrebbe dovuto proteggerli, i tanti operatori sanitari che sono stati testimoni di quanto avveniva durante quel tragico periodo, i tanti cittadini che a distanza di quasi tre anni hanno un familiare isolato e sacrificato in una Rsa, sanno di non potersi aspettare nulla da questa politica.

20.12.22 – Fanpage.it – Intervista al Presidente di Felicita, Alessandro Azzoni

https://www.fanpage.it/milano/perche-la-candidatura-di-pregliasco-alle-regionali-in-lombardia-e-un-autogol-per-majorino/

20.12.22 – Affaritaliani.it

https://www.affaritaliani.it/amp/milano/non-ci-fidiamo-di-majorino-l-associazione-vittime-trivulzio-attacca-831495.html

Pio Albergo Trivulzio – una Fortezza Blindata

Evidentemente per scoraggiare i dipendenti che volessero seguire l’esempio coraggioso di chi non intende tacere di fronte a quanto di scorretto e inadeguato possa  verificarsi all’interno della struttura, la direzione del Pat propone ora a tutto il personale (medici, infermieri, oss, tecnici, impiegati – che grazie al luogo stesso in cui lavorano e al servizio che esercitano devono essere responsabili verso gli utenti prima ancora che  fedeli ai superiori) di firmare un codice etico che proibisce a chiunque di raccontare all’esterno ciò che avviene dentro le mura. 

In particolare questa iniziativa pare rivolta a silenziare le fonti dirette di informazione, togliendo alla stampa  la possibilità di condurre inchieste su quella che dovrebbe essere un’amministrazione massimamente trasparente in quanto deputata a proteggere persone fragili.

Ignorando il fatto di essere un’istituzione controllata da enti pubblici (Regione e Comune) il Pat chiede inoltre al fantomatico Comitato Parenti – l’unico organismo di rappresentanza, unilateralmente riconosciuto dalla Direzione e dal quale noi, come altre associazioni, siamo sempre stati esclusi – di firmare un documento che vincola alla riservatezza.

Nessun margine ai casi di coscienza, dunque, né per il personale né per i familiari degli anziani.

La lezione imparata dal Covid non è quindi quella di una maggior apertura e collaborazione tra i soggetti coinvolti nella delicata e complessa gestione di vite umane nelle RSA ma la chiusura totale della fortezza.

Comune di Milano e Regione Lombardia non hanno nulla da dire?

Il Giorno – Milano 3.12.22:

https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/trivulzio-un-bavaglio-ai-dipendenti-1.8346841

Il Fatto Quotodiano – 3.12.22

5.12.22 – Byoblu

Un servizio approfondito che evidenzia le politiche di controllo dei vertici del Pat su dipendenti e parenti. Nel servizio si chiama in causa anche Regione e Comune di Milano, che quei vertici hanno nominato e ai quali i vertici devono rispondere.

5.12.22Radio Popolare – Intervista a Pietro La Grassa – dipendente Pat.

Premio Vergani Trasparenza 2022

Le congratulazioni più sentite dalla nostra associazione – e da quanti hanno a cuore la memoria degli anziani morti nelle RSA – al coraggioso sindacalista Pietro La Grassa, operatore sanitario del Pio Albergo Trivulzio, che ha ricevuto lo speciale Premio Vergani Trasparenza 2022 per l’integrità morale dimostrata nel denunciare i fatti occorsi durante la pandemia, pagando con un alto prezzo il suo senso del dovere verso la verità e la giustizia.

Il premio va idealmente riconosciuto anche a tutti gli ignoti medici e infermieri che hanno rischiato il posto di lavoro, e talvolta la vita, per difendere i “loro” anziani.

Intervista al Presidente Felicita – Radio Marconi

CONTINUARE A CHIUDERE AI PARENTI LE RSA NON SERVE A ISOLARE IL COVID MA A ESCLUDERE LA VITA

L’ Associazione Felicita continua a raccogliere testimonianze di anziani dimenticati e abbandonati nelle RSA nonostante la fine dell’emergenza dal 1 aprile. Il personale è scarso e sottopagato, ragione in più per passare alle strutture ospedaliere che hanno migliori condizioni lavorative.

Molte RSA non hanno mai veramente riaperto ai parenti.  La minoranza di quelle aperte, è la prova che stare vicino ai propri cari è terapeutico e nei fatti crea un benessere psicofisico per l’anziano, perché la salute mentale è importante tanto quanto, se non di più, della salute fisica.

La responsabilità dell’accesso alle strutture affidata ai Direttori Sanitari da parte del Governo, li porta a tenere lontano i parenti per rischio di contagi, ma ciò non ha impedito al Covid-19 di entrare nelle strutture tramite gli operatori sanitari.

Grazie ai  vaccini si è ridotto di fatto il rischio di morte e di malattia grave. E’ quasi impossibile una strategia di Covid zero e nei prossimi anni si dovrà convivere con la pandemia.

“Non possiamo continuare ad isolare gli anziani nelle RSA condannandoli di fatto ad un altro tipo di morte per solitudine e abbandono” – ha dichiarato in conclusione il Presidente Alessandro Azzoni.

Comunicato Stampa – Udienza Opposizione

PIO ALBERGO TRIVULZIO-AZZONI/FELICITA: “CON FIDUCIA CI RIMETTIAMO AL GIUDIZIO DELLA CORTE. CHIEDIAMO CHE VI SIA UN PROCESSO GIUSTO ED EQUO”

Milano, 8 aprile – “E’ un’ importante coincidenza che lunedi prossimo 11 aprile  – in occasione dell’udienza di opposizione presso il Tribunale di Milano riguardo la chiusura delle indagini relative alle morti avvenute all’interno del Pio Albergo Trivulzio – si riunisca a Strasburgo il CPT,  “Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti”, struttura afferente al Consiglio d’Europa proprio per trattare la questione delle condizioni di vita degli anziani ospiti delle RSA lombarde”.

Tra i compiti del CPT vi è quello di controllare tutte quelle situazioni che potrebbero equivalere a “pene o trattamenti inumani o degradanti”.

Felicita ritiene che quanto avvenuto all’interno del Pio Albergo Trivulzio con lo scoppio della pandemia richieda un processo giusto ed equo. Lo si deve ai tanti morti e ai loro familiari

Con fiducia ci rimettiamo al giudizio della Corte”, dichiara il Presidente dell’Associazione Felicita Alessandro Azzoni

Un anziano senza relazioni muore – FANPAGE.IT

UN ANZIANO SENZA RELAZIONI MUORE – E’ NECESSARIO RIAPRIRE LE RSA

“I direttori sanitari delle RSA decidono di chiudere alle visite più per propria tutela che per protezione degli ospiti e della loro salute” Ha dichiarato il Presidente di Felicita – Associazione per i diritti degli anziani nelle RSA, Alessando Azzoni.

E’ inaccettabile che dopo 2 anni, ignorando le direttive del Ministero della Salute che ribadisce assolutamente necessaria la presenza del parente tanto quanto le cure sanitarie, le strutture chiudano all’aumentare dei contagi quando esistono validi protocolli di sicurezza.

La chiusura non riguarda solo i parenti, ma anche la possibilità di poter parlare liberamente con medici e infermieri ed avere informazioni esaustive sullo stato di salute dei propri cari.

foto: fanpage.it

Fanpage.it – 20.1.2022 – A cura di Filippo M. Capra

Milano, Rsa chiuse alle visite dei parenti: “Gli anziani sono depressi, senza relazioni si muore”
Come stanno gli anziani e i parenti degli stessi dopo l’ennesima chiusura delle Rsa scelta individualmente dalle strutture milanesi e lombarde? Fanpage.it lo ha chiesto direttamente a loro.

Due realtà uguali che hanno preso scelte diverse. Le Rsa in Lombardia si dividono tra chi ha deciso di chiudere per contenere la diffusione del contagio e proibire quindi l’accesso ai parenti degli ospiti anziani, e chi invece ha deciso di rischiare e concedere le visite ai famigliari nonostante la nuova ondata dettata dalla variante Omicron. Due scelte diverse che hanno portato a conseguenze opposte: sia per chi è fuori che per chi è dentro.

La figlia di un’anziana ricoverata al Pat: Mia madre è depressa
Tra le strutture che hanno deciso di chiudere in via precauzionale, c’è il Pio Albergo Trivulzio di Milano, già travolto dalla prima ondata del Covid che provocò circa trecento decessi tra gli anziani ospitati. Giulia ha la mamma ricoverata al Pat ma, come spiega lei a Fanpage.it, per il secondo Natale di fila non ha potuto farle gli auguri di persona. La situazione con il Covid è inevitabilmente cambiata: “Prima la vedevo tutti i giorni, ora devo aspettare quasi due mesi per poterla rivedere. E lei ogni giorno che la sento, la prima cosa che mi chiede è: “Quando vieni a trovarmi?””. Le visite al Pat sono bloccate da metà dicembre del 2021. La chiusura comporta problemi non solo a Giulia, che non può vedere l’anziana madre, ma alla ospite della Rsa stessa in quanto “è depressa nel ritrovarsi ancora isolata. Lei come si sentirebbe a 90 anni chiuso in una struttura senza sapere quando potrà rivedere la figlia o il figlio o i parenti? Gli anziani sono reclusi mentre noi siamo tornati alla normalità”. La visita del parente, continua Giulia, “è una necessità concreta”. A fare eco alle parole di Giulia è Alessandro Azzoni dell’associazione Felicita per i diritti nelle Rsa che spiega come “durante l’isolamento l’anziano va in depressione e il Ministero della Sanità l’ha capito da tempo, tanto di chiedere alle Rsa di aprire”.

Le Rsa aperte: Abbiamo deciso di correre ancora il rischio
Un’altra Rsa a Paderno Dugnano, nel Milanese, ha deciso di restare aperta, consentendo ai famigliari di fare visita ai parenti ricoverati. “Per noi la Rsa è la nuova casa dove la persona viene a vivere”, spiega a Fanpage.it Paola Cattin, direttrice generale della fondazione Uboldi, che continua: “Pur aumentando le regole per proteggere gli ospiti, che sono persone fragili, riteniamo sia necessario aprire perché una persona senza relazioni muore. La dg della Rsa di Paderno ha spiegato che nella sua struttura si è deciso “di correre ancora il rischio, di scommettere e di riaprire”.

I pazienti Covid tornano nelle RSA – Rai 3 – AGORA’

I PAZIENTI COVID TORNANO NELLE RSA – NULLA E’ CAMBIATO

I figli e nipoti non hanno più accesso alle RSA da ormai 2 anni, mentre i malati di covid vengono nuovamente accettati nelle strutture per anziani (a fronte di un compenso giornaliero di €190) ripresentandosi così lo stesso incubo della prima ondata in cui migliaia di ospiti fragili sono stati contagiati e altrettanti deceduti.

Il forte dubbio che i positivi rimangano separati all’interno delle RSA rimane, se si considera che tutte le residenze per anziani hanno una grave mancanza di personale, come affermato anche da Luca Degani, Presidente di Uneba Lombardia, organizzazione di categoria nel settore sociosanitario.

Qual è la garanzia che gli operatori sanitari che tratteranno i pazienti covid non siano gli stessi che assisteranno gli anziani fragili?

Il rischio è di vedere un brutto film già visto. Perché portare nuovamente i contagiati nelle RSA, quando si possono utilizzare altre strutture?

Invece di essere tutelati, gli anziani sono stati abbandonati.

Felicita, Associazione per i diritti degli anziani nelle RSA, continuerà a battersi e a dar voce a migliaia di parenti disperati che chiedono di proteggere i loro cari.

Porte chiuse ai parenti nelle RSA, ma di nuovo aperte al covid – RADIO POPOLARE

PORTE CHIUSE NELLE RSA AI PARENTI E ALLA VERITA’ GIUDIZIARIA, MA DI NUOVO APERTE AL COVID.

Stiamo rivedendo un brutto film già visto. Secondo una recente delibera della Regione Lombardia i pazienti covid possono essere trasferiti nelle rsa a fronte di una diaria di €190 al giorno.

Si spalancano dunque di nuovo le porte a tutto ciò che porta profitto, ma restano chiuse le porte ai parenti, ignorando totalmente il loro ruolo di sostegno fondamentale per la vita degli ospiti. Questo, nonostante Il Ministero della Salute abbia stabilito che i familiari in possesso di Super green pass debbano poter entrare nelle RSA per almeno 45 minuti tutti i giorni, e nonostante da ormai due anni le associazioni chiedano a gran voce che sia consentito di stare vicino ai propri cari. I decreti emanati per le visite sono chiari ma le Regioni non obbligano le Ats a controllarne l’applicazione.

Mentre in nome della prudenza e della necessità di proteggerli, gli anziani fragili sono ancora isolati, la loro salute è ancora dimenticata. Durante le feste natalizie i Nas hanno riscontrato il 20 per cento di irregolarità nelle oltre 600 Rsa controllate, e al Pio Albergo Trivulzio ci sono due centri vaccinali i cui utenti utilizzano lo stesso ascensore degli anziani residenti, senza quindi precauzioni anti contagio.

Questo è gravissimo è inaccettabile.

Intanto molte inchieste sulle gravi negligenze nelle RSA, anche della seconda ondata, si stanno avviando verso l’archiviazione anche grazie allo scudo penale varato a luglio del 2021 dal governo Draghi nelle pieghe del Decreto Covid.

Intanto, ad oggi siamo ancora in attesa della nomina del Giudice che dovrà fissare l’udienza per discutere l’opposizione all’ archiviazione delle indagini per i fatti occorsi nel 2020 al Pio Albergo Trivulzio.

Siamo ancora in una situazione simile a quella della prima ondata. Cos’altro deve ancora succedere perchè le istituzioni pubbliche invece di tutelare gli interessi dei più forti si prendano carico della sofferenza degli anziani e delle loro famiglie, decidendo un cambio di passo nelle politiche sanitarie e assistenziali?

Il dolore dei parenti e dei loro cari – LA 7/ Fanpage.it

IL DOLORE DEI PARENTI E DEI LORO CARI RECLUSI NELLE RSA

Non c’è gioia, ma solo disperazione e dolore per il secondo Natale consecutivo. E’ inaccettabile che l’ordinanza del Ministero della Salute sia disattesa dalla maggior parte delle RSA che preferiscono chiudere le visite ai parenti che far fronte alla mancanza di personale. Il persistente isolamento da ormai due anni degli anziani, compromette il loro stato psicologico e fisico.

Intervista al Presidente di Felicita Alessandro Azzoni

FANPAGE.IT: 22 DICEMBRE 2021

Visite sospese al Trivulzio, i parenti degli anziani ospiti: “Isolamento non è strada percorribile”

L’Associazione Felicita, che rappresenta i famigliari delle vittime del Covid del Pio Albergo Trivulzio, critica la scelta di aver sospeso le visite ai parenti anziani: “L’isolamento non è una strada percorribile”.

A cura di Ilaria Quattrone

Il Pio Albergo Trivulzio, la Residenza sanitaria assistenziale di Milano, ha deciso di sospendere le visite ai parenti degli anziani ricoverati. Fin da principio dalla struttura hanno fatto sapere che la scelta è arrivata a seguito del peggioramento del quadro epidemiologico della Regione: ieri, in una dichiarazione, il virologo e consulente tecnico scientifico del Pat Fabrizio Pregliasco ha spiegato come non ci sia all’interno della Rsa una situazione particolare, se non in conformità a quello dell’intera comunità. Parole che però non sono bastate al comitato dei parenti delle vittime del Covid del Pat che, in una nota stampa, hanno scritto: “Bisogna trovare altre soluzioni! La presenza e il sostegno dei parenti è un fattore essenziale e non eludibile per tutelare la salute degli anziani”.

Associazione Felicita: Isolamento anziani non è strada percorribile

Il presidente dell’Associazione Felicita, Alessandro Azzoni, ha infatti precisato che la chiusura delle visite comporta che gli ospiti vivano, per il secondo anno consecutivo, il Natale da soli. Questo – secondo Azzoni – potrebbe compromettere il loro stato di salute: “L’isolamento degli anziani non può essere una strada percorribile: è una scelta di tutela delle dirigenze delle strutture che, non riuscendo a far fronte alla mancanza di personale, scelgono l’opzione per loro più semplice”. Pregliasco, come il giorno precedente ha fatto la stessa struttura, ha precisato che saranno incentivate le videochiamate tra i parenti e gli anziani. Nonostante questo però, l’Associazione sottolinea come si sia passati da un “eccesso di imprudenza e sottovalutazione dei primi mesi del 2020, che ha provocato la strage degli anziani, all’attuale eccesso di precauzioni, che impedisce contatti e affetti”.

La sospensione delle visite
La struttura ha infatti spiegato che la decisione è stata presa semplicemente per tutelare gli ospiti. Con l’aumento dei contagi, la dirigenza sostiene che il solo green pass non sia sufficiente per tutelare gli ospiti. Al momento nessun anziano è risultato positivo. Solo alcuni pazienti arrivati dall’esterno per le cure intermedie hanno contratto il virus, ma in questi casi si è provveduto a trasferirli in altri ambienti.