Troppe RSA ancora chiuse – Vanity Fair

14.05.21

Troppe Rsa continuano a rimanere ancora chiuse. “La situazione è ben diversa dagli annunci, nonostante l’ordinanza del Ministero della Salute permetta le visite nelle residenze per anziani”, ha dichiarato Alessandro Azzoni, Presidente di Felicita, che continua a ricevere quotidianamente “denunce di familiari che vedono i propri cari consumarsi, dimagrire, avere un decadimento cognitivo che, per una persona anziana non è reversibile”. “Il problema delle mancate aperture sta nell’ordinanza che lascia ampia discrezionalità ai direttori sanitari. È una deresponsabilizzazione delle Rsa rispetto ai loro doveri, cioè garantire i bisogni essenziali delle persone. Le regioni devono vigilare sulle riaperture”. “La pandemia ha aperto il vaso di Pandora dell’inadeguatezza dei servizi agli anziani non autosufficienti in Italia”.

di Chiara Pizzimenti

Troppe Rsa ancora chiuse, «C’è chi non vede i parenti da 15 mesi»

Una ordinanza del Ministero della Salute permette le visite nelle residenze per anziani, ma molte non hanno aperto. La protesta delle associazioni dei familiari di chi vive nelle Rsa

«Mia madre è in una Rsa, io non la vedo di persona da settembre. Non è neanche in vista l’ipotesi della riapertura. Ha avuto il Covid, da una forma lieve di Alzheimer adesso ha una forma severissima. La vedo in videochiamata, ma questo per lei non ha alcuna utilità, Avrebbe bisogno di uno stimolo, di un sostegno». Alessandro Azzoni, presidente di Felicita-Associazione per i Diritti nelle Rsa, parte dalla sua vicenda personale per raccontare una situazione che è di moltissimi.

Nonostante l’ordinanza del Ministero della Salute che permette le visite nelle residenze per anziani, molte non hanno aperto. «La situazione è ben diversa dagli annunci. Le Rsa continuano a rimanere chiuse», spiega Azzoni, «L’ordinanza del Ministero della Salute è certamente una presa d’atto dell’urgenza e della problematica. C’era già stata una circolare in novembre rimasta inascoltata. Amnesty International ha parlato di negazione dei diritti del malato».

Esiste da mesi il problema dello stato di isolamento della fascia di popolazione che è stata anche la più colpita dal virus. Questo isolamento sta mietendo quasi tante vittime quante il Covid secondo le associazioni. «Per queste persone non autosufficienti il contatto con i familiari è vita. Gli ospiti delle Rsa sono tutti vaccinati, a parte qualche nuovo ingresso. Il protocollo è sicuro, è già seguito da un paio di mesi con successo in provincia di Trento: zero contagi e grandi benefici per le persone». Per entrare i familiari devono avere il green pass: dimostrare di aver avuto il Covid, di essere stati vaccinati oppure avere un tampone negativo, con un costo aggiuntivo per chi già paga anche più di 3000 euro al mese per il proprio familiare.

Felicita, come le altre associazioni che sono nate negli ultimi mesi, riceve quotidianamente di denunce di familiari che vedono i propri cari consumarsi, dimagrire, avere un decadimento cognitivo che, per una persona anziana non è reversibile. Il problema delle mancate aperture sta nell’ordinanza che lascia ampia discrezionalità ai direttori sanitari. «Questo ha portato al fatto che le Rsa sono rimaste chiuse. Molte rimandano, dicono che bisogna aspettare. È una deresponsabilizzazione delle Rsa rispetto ai loro doveri, cioè garantire i bisogni essenziali delle persone. La richiesta è che le regioni vigilino sulle riaperture».about:blankhttps://acdn.adnxs.com/dmp/async_usersync.html

Alcuni comitati chiedono il ritiro dell’accreditamento delle strutture che non aprono alle visite dei parenti. Il problema però va oltre secondo Azzoni. «I protocolli delle Rsa non sono idonei, non sono sufficienti. In alcune Rsa viene stabilito un minutaggio per i servizi agli ospiti. La pandemia ha aperto il vaso di Pandora dell’inadeguatezza dei servizi agli anziani non autosufficienti in Italia».