Lettera aperta al Sindaco Sala

Ci siamo rivolti al Sindaco Giuseppe Sala due mesi fa condividendo le nostre proposte per risolvere la grave situazione di peggioramento delle condizioni piscofisiche degli anziani nelle RSA a causa del prolungato isolamento e del taglio dei servizi. E’ davvero inaccettabile privare i più fragili della dignità umana e degli affetti dei loro cari che sono la sola ragione di vivere. Mentre ringraziamo in particolare il Prefetto di Milano Renato Saccone e molti degli altri prefetti che abbiamo incontrato per aver risposto al nostro appello, prendiamo atto con delusione del silenzio assordante da parte di chi si candida a guidare di nuovo Milano, e lo invitiamo ad assumersi la responsabilità di porre fine a una situazione insostenibile per il vivere civile.

Egregio Signor Sindaco,

Mi rivolgo a lei nella sua veste di responsabile della salute dei milanesi, in particolare dei più fragili, per ricordarle che la nostra associazione è tuttora in attesa di un suo riscontro alle proposte che le abbiamo esposto nell’incontro del 31 maggio a Palazzo Marino sul tema della condizione degli anziani nelle Rsa.

La sappiamo particolarmente impegnato per la campagna elettorale, e per questo la cordialità e l’attenzione con cui lei ci aveva in quell’occasione ascoltato mi aveva fatto forse ingenuamente sperare in una qualche risposta ma, a distanza di due mesi, non sappiamo ancora nulla su quanto lei intende fare, se sarà rieletto, per migliorare la condizione di quella generazione di vecchi milanesi che tanto ha gia pagato, in termini di decessi e di sofferenze, e tanto sta ancora pagando in solitudine e abbandono.

Milano, che si pone di fronte agli italiani come esempio di buon vivere, dovrebbe avere anche l’orgoglio di costruire una visione di città socialmente avanzata, dove la condizione di fragilità e di bisogno non significhi sofferenza ed emarginazione, e dove le famiglie non debbano vivere con rimorso e angoscia la scelta di affidare un proprio caro non più autosufficiente nelle mani di una struttura a guida pubblica. Questo era il senso dell’invito che le abbiamo rivolto a rafforzare il ruolo di vigilanza pubblica almeno verso le Rsa partecipate dal Comune, per garantire la riapertura degli incontri coi parenti e costruire maggior trasparenza e simmetria nel rapporto fiduciario tra strutture e famiglie. Ci sembrava che lei avesse condiviso la necessità di questa sfida ma prendiamo atto con amarezza che nulla è ancora stato fatto.

Domenica, in occasione della prima Giornata mondiale degli anziani voluta da Papa Francesco, nel corso di una cerimonia al Cimitero Maggiore, lei ha inaugurato la statua dell’Angelo per ricordare i 128 caduti per Covid durante l’emergenza della prima ondata di pandemia, sepolti nel campo 87 senza il saluto dei parenti. Ci sarebbe piaciuto sentire anche qualche parola sui circa 500 anziani morti per Coronavirus tra il 21 febbraio e il 15 aprile 2020 nelle Rsa di Milano. Per ricordarne volti e nomi abbiamo da tempo proposto al Comune di istituire il Muro della Memoria in uno spazio pubblico cittadino. Ma anche su questa piccola iniziativa siamo riusciti ad avere solo promesse.

Quello che però ci sta maggiormente a cuore è la condizione invisibile degli oltre 100mila anziani over 75 che vivono soli a Milano, la metà dei quali prossimi per età alla perdita dell’autosufficienza, e quindi destinati a un prossimo ricovero nelle Rsa: una fascia ampia di cittadini che da tempo aspettano risposte concrete, insieme ai loro familiari, figlie, figli, nipoti e futuri anziani. Ed è anche per loro che ci amareggia il suo silenzio sulla proposta, già approvata un anno fa in Consiglio Comunale e mai attuata, di istituire la figura del Garante degli anziani in modo da dotare Milano di uno strumento che vigili sull’assistenza prestata agli ospiti delle strutture residenziali, e promuova iniziative per interventi a favore del benessere delle persone nella fase avanzata della vita, a beneficio di tutta la cittadinanza.

La nostra associazione, attraverso il confronto con i parenti, le parti sociali e le istituzioni, andrà comunque avanti in questa battaglia di civiltà, nella quale ci saremmo aspettati che la piu alta istituzione cittadina non restasse ancora assente e lontana.

Alessandro Azzoni

Presidente Felicita – Associazione per i diritti nelle Rsa