Lettera al prefetto di Milano del 26 febbraio 2021

ll.mo dott. Renato Saccone
Prefetto della Città di Milano

Egr. Signor Prefetto,

Insieme ad altre associazioni di familiari impegnate nell’ambito della tutela e promozione dei diritti degli anziani siamo vivamente preoccupati perché nelle previsioni indicate nel Recovery Plan e nelle linee di indirizzo del Ministero della Salute non sono previsti interventi per riorganizzare la
residenzialità socio-sanitaria in modo da assicurare gli incontri con i congiunti dei malati ricoverati nelle Rsa e dei loro parenti, ai quali ancora oggi non è sempre concesso il diritto di visita.

Il problema della riapertura dei luoghi di cura, non può che prescindere dal rendere i luoghi stessi sicuri: per questo è fondamentale che le decisioni siano poste in capo all’Asl, che ha l’obbligo di svolgere le funzioni di vigilanza a tutela della salute delle persone, e non affidate alla discrezionalità dei direttori sanitari delle strutture private, benché accreditate. Le soluzioni consentite dalla tecnologia sono importanti ma non rispondono alle esigenze dei malati cronici non autosufficienti, specie se anziani con demenza o malattia di Alzheimer, che necessitano di
prestazioni indifferibili nelle 24 ore e per 365 giorni all’anno; prestazioni che se non sono assicurate, mettono a rischio la loro stessa sopravvivenza.

Le persone con disabilità intellettiva e/o autismo hanno inoltre necessità di prestazioni abilitative/educative continuative e in misura adeguata alle loro esigenze, anche queste indifferibili.

Al contrario, anche in RSA dove sono già stati completati i due turni di vaccinazioni sia ai degenti che agli operatori non vengono realizzare attività fondamentali come la fisioterapia e le attività di relazione
e svago che erano presenti prima del Covid Il personale è stato infatti spostato all’accoglienza e alla “gestione” delle visite, e molte attività proposte vengono sistematicamente “bocciate” dai dirigenti, con la conseguenza di un significativo e visibile decadimento psico-fisico delle persone .

É quindi urgente che, insieme alle vaccinazioni degli utenti e dei familiari, siano tempestivamente messi in atto tutti gli strumenti per assicurare il funzionamento dei servizi di cura, in ossequio all’articolo 32 della Costituzione e alla legge istitutiva del Servizio sanitario nazionale (legge 833/1978) che configura il Servizio sanitario come il «complesso delle funzioni, delle strutture, dei servizi e delle attività destinati alla promozione, al mantenimento ed al recupero della salute fisica e psichica di tutta la popolazione senza distinzione di condizioni individuali o sociali e secondo modalità che assicurino l’eguaglianza dei cittadini nei confronti del servizio».

Confidiamo, egregio signor Prefetto, nella Sua sensibilità che abbiamo già avuto modo di conoscere nel nostro precedente incontro, e restiamo in attesa di essere ricevuti con una nostra delegazione per chiederLe di farsi portavoce, nei confronti del Governo appena insediato, delle istanze sopra esposte.

Con i migliori saluti.
Alessandro Azzoni
Presidente di Felicita